Sunday, May 31, 2015

Grazie cont'd....

Ancora una volta mi siedo al computer,
fedele amico dell'uomo moderno,
per continuare a raccontare un po di me.
Nella prima puntata avevo terminato col
viaggio in treno che duro tre giorni e tre notti,
cosi continuando il racconto,
arrivammo in una piccola stazione
ferroviaria dove regnava una gran confusione.
Gli altoparlanti facevano annunci a tutto volume,
si sentiva rumori di trombe, di batterie e
suonando cornamuse c'erano uomini in gonnella
e calzettoni di lana, come quelli fatti da mia
nonna e lasciati nel mio paesino di montagna.
C'era un sole caldissimo
e nell'aria si fiutavano odori insoliti e sconosciuti
mentre in lontananza nel vociare
udivo frasi di cui non capivo niente:
"Nico guada a qua....,
...Pasqua so papa,
...Mariuccia si diventata na bella guagliona,
...Rusine scappa a qua da papa!"
e tante altre frasi simili.
Noi tre bambini ci tenevamo stretti alle gambe
della mamma. Lei con le valige e la borsa tra
le mani, stanca e come noi tutti affamata,
guardava da una parte all'altra cercando
quell'uomo di cui ci aveva parlato durante
il viaggio; suo marito, nostro padre.
Sui volti si leggeva la confusione e la paura
quando ... improvvisamente una marea umana
si mise a correre versi gli emigranti.
Alcuni piangevano, altri ridevano, altri ancora,
come noi, erano terrorizzati da tanto caos.
Non so quanto tempo passo dall'inizio di
quell'assalto, so solo che in mezzo alla calca
vedemmo un uomo che correva verso di noi.
Si fermo li ad un passo guardandoci come se
fossimo arrivati da un'altro pianeta,
poi si abbasso e prese in braccia il più piccolo
e diede un bacio sulle guance a mia madre.
Passo una mano tra le mie trecce e fece
scivolare una carezza sul viso dell'altro mio
fratello, poi ci porto via.
Ma io, ancora una volta, non volevo andare con
quello straniero, avrei voluto andarmene in treno
e tornare al mio paesino dove la gente
parlava la mia stessa lingua e non quello strano,
incomprensibile linguaggio.....

Grazie e a la prossima puntata!

NB: Senza il tuo aiuto Davide non andrei
avanti a scrivere in Italiano. GRAZIE

Wednesday, May 20, 2015

Grazie

E  passato il  tempo in cui riuscivo a scrivere
una frase senza dover ritornare a rileggerla,
a cancellarla e rifarla.
Mi chiedo perché,  e veramente non lo so.
Ora che le mie nipotine sono ormai signorinelle,
sembrano non avere più tempo per me anche se,
quando vengono  a  trovarmi,  sono  sempre  affettuose
e  si  prestano  ad  aiutarmi  nelle  faccende  di  casa
senza brontolare. Ritornano poi nel  loro mondo,
alla moderna vita di ragazze
sulla quale a volte io non sono pienamente d'accordo.
Così  col  tempo libero che mi  è rimasto  dovrei  riuscire
a scrivere,  a  ringraziare gli  amici,
a  coltivare  le conoscenze...
ma non riesco. Sarà colpa del  lunghissimo
e implacabile inverno?
Dei  due mesi   di freddo incessante e continuo ?
Anche questo non so...e mi rivedo seduta al buio
dietro una finestra a guardar fuori cercando un viso,
un segno particolare, una stella cadente o quella
che brillava più delle altre.
Cercavo di capire dove fosse fuggita la mia vita,
così ho riaperto il mio libro dei ricordi.
Da bambina in un paesino sperduto tra le
bocche delle montagne del sud,
era gelosa delle bambine di artigiani,
dei don, di quelle che potevano
mettersi vestitini (venuto d'America)
e che con l'invidio di bambine volevano
a tutto costo farsi dire che erano belle,
anzi le più belle del paese.
Ma che vita strana, prima di iniziare la scuola,
mi ricordo della corriera che ci porto a Napoli
e imbarcare in quella nave
(non ci voleva andare su e a forza di belle
frase della mamma sali con un trepido
nel cuore che nessuno poteva vedere o sentire).
Mai visto in vita mia tanta acqua e noi bambini
era un mondo nuovo d'avventura fin a l'arrivo in alto mare,
non si scherzava più, un giorno, due giorni,
tre giorni chiusi in una cabina senz'aria
credevamo di morire li.
Dopo dieci giorni arrivammo in un posto
cosi differente del paesino che voleva
andarmene con un marinaio che aveva presa cura di noi...
Ma niente da fare, la nave riparti, e noi su un treno
abbiamo continuatala nostra strada per 3 giorni e 3 notte
per arrivare  in UNA GRANDISSIMA CITA.
(mi fermo qui per il momento).

NB: un enorme GRAZIE a Davide, sei un vero
amico.

Tuesday, May 19, 2015

Senza tetto



In questi periodi, no tutti siamo felici o tristi,
no tutti abbiamo un stomaco pieno
o mezzo vuoto, ma ci sono anche quelli
che no riescano a cancellare proteste di un stomaco vuoto.
Un tozzo di pane potrebbe aiutare
ma come succede spesso lo debbo rubare
ai topi del quartiere con velocità
e precisione, altrimenti diventerò
io il loro cibo.  Nascondo le gelature dei
miei piedi tra le notizie dei giornali ingialliti
dal tempo,riempio le scarpe bucate e
non azzeccano più i miei piedi, oramai diventati
un po grandicello per questi.
Sono diventata molto brava a nascondermi in
coperte sfilate pero per me sono dei manti
intrecciate di fili d'argenti rubati alla luna pensando
al calore che mi possono dare. 
Mi nascondo dietro un albero, un vecchio casolare
per sentire i canti e suono un po fuori tuono
i pastori che girano per i paese della pianura e montagne
scavalcando ruscelli diventati torrenti
da un giorno a l'altro.  Sento la nonna
cantare una ninna nanna a un cherubino
con guancia bianche e rosso dal
calore di un camino che rilasci odori
di castagne ben cotte e questo mette
in sbuglio il grande vuoto del mio
stomaco e della mia mente.  Chi sa
perché aver lasciato sfuggire un profumino
d'arancio su un tavolo con dolcetti da
farsi fondere in bocca, ma non quella mia.
Ma io resto nascosta e faro molto
attenzione al cane che si accorge che
non faccio parte della sceneggiature
quotidiana sua e mi avverte di non avvicinarmi
troppo. Rialzo un mantellino trovato fuori
di una mangiatoria, rimetto un capello
di paglia secca in testa e ritorno a
nascondermi dietro la mia vita di
poverello di questa vita, con fiocchi
di neve e gelo che mi terra compagnia
fin a la mia prossima caminata per trovare
cibo.....

Guardi questo cielo...

Guardo questo cielo

mi chiedo....
chi ci mette
tutti queste nuance di colori che
nessun artista umano
può eguagliare....
Cerco nel mio più profondo
qualcosa o qualcuno che
possa dirmi come si fa
a non volerci andare e
vagare come una di queste
nuvole!
Un giorno l'uomo si vanterà
di potere inventare una nuova
parola che vuole dire.. :
"Sono l'anima di questo mondo,
mi nascondo tra una nuvola
e mi lasciero andare dove vuole
io no opposero il suo tragitto,
e cosi la mia anima sarà
il capitano silenzioso delle
nuvole...".