Tra i monti e le cime frastagliate
si stendeva un sole rubescente
per la millesima volta al nostro
incontro,raggi salvifici portatori e temerari
d'amore clandestini tra campi frumentosi
oramai gialliti come dei paglierini.
E tu mio adorato amante,
sorpreso dell'arrivo della notte,
con una furtuvita correvi fra le mie
rimembranze come un amante solo sa fare.
Guance rosse, occhi brillanti, e cuore
battendo, ma silenzioso furano i tuoi
calpesti passi irruenti, piedi rubati a
le gazzelle portavi via con te lontani aneliti
della mia vita senza nessun scrupolo
per me. Ma eri sempre il mio amante
della notte sapendo farmi accettare
le tue carezze menzognere. Con il
tempo anche queste furano meglio del
tuo moroso silenzio. Ma eri sempre il
mio amante preferito. Mi facevi di
coperta e quando diventavamo scottanti,
tu diventavi il mio cuscino preferito.
Il tuo amore era come un dardo infuocato,
non c'era modo di fermarlo e cosi tra
un fiato d'amore e un gioco infernale
ritornavamo come sempre gli amanti
della notte. La mia debolezza per un
tuo riccio biondo era immensa.
Ti dicevo "guarda il cielo o la notte,
io abiterò li tra loro,
riderò anche da li e questo sarà il
segnalo che ti dirà "tu e tu solo
avrai delle stelle che sanno ridere",
e resteremo eternamente amanti
nel tempo infinito.
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