Dopo il letargo invernale
sotto una massa di ghiaccio,
il fiume spezza l'allucinante silenzio
e risvegliandosi gorgoglia,
scroscia e nel frangersi in flutti,
comincia il suo nuovo canto:
"La mia gelida veste trasparente
s'è strappata al primo tepore
e ho tolto la bianca coperta
che ha nascosto il mio sonno.
Lasciatemi ora cantare al cielo
nella luce dei primi raggi del mattino
mentre gabbiani, aironi, anatre
si vanno specchiando vanitosi
nelle mie dolci e limpide acque.
La mia vivace corrente bacia
anche qualche pesce che guizza
sulla calda scia dei battelli
che serpeggiano come rettili
tra i miei frammenti ghiacciati.
Lasciatemi urlare con il vento
che spira alle mie spalle,
lasciate che vi racconti
lontane storie confidatemi
quando fulgido spunta il sole.
Birichina la luna mi chiede
chi è l'astro più bello del cielo
ed io povero cantautore le dico
che è lei, tra le tante stelline
sul suo cammino notturno.
Lasciatemi cantare le mie storie
ai curiosi pescatori d'altri paesi
che non temono i rigori dell'inverno,
e a quanti impazienti aspettano
lo sbocciare dei primi fiori.
Ah, se l'uomo potesse ascoltare
e comprendere la mia canzone
saprebbe che un giorno tutto questo,
per lui e per i figli dei figli,
non esisterà più... e allora la musica
si tacerà per tutti..... per sempre"
(ma le note di questa melodia
nella memoria del mondo
impresse resteranno in eterno. )
NB:Davide merci.
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