Notte, o notte tu mi conosci bene più di quanto io conosca te...
Nelle tue ore, ti prendi cura di me come se io fossi la tua amante e lasci che le stelle coprano la mia coscienza. Forse del tempo tu sei il momento migliore:
il sole del giorno porta solo dolorose notizie un po’come “avere la morte ai piedi del letto” mente tu, o notte, porti consiglio e allontani foschi pensieri, concedendo a me, anima errante nella vita notturna, la quiete di un vuoto silenzio in cui forse non c’è niente di buono ma neppure niente di cattivo.
S’infiltrano a volte i ricordi a graffiarmi l’anima tentando di colmare quel vuoto infinito, ma solo queste sperdute parole sopravvivono al buio della notte e raccontato al giorno che viene la quotidiana fatica di vivere. Anche per voi sono queste parole, gioventù indifferente che non vuole ascoltare, per voi vecchi insani che ridete rinchiusi nel bozzolo dei vostri pensieri. Ognuno continua la sua strada portandosi appresso le proprie lacrime e quando insopportabili si fanno i giorni della vita ci si chiede se davvero vale la pena di viverla… Con questa pena e questa speranza ripeto allora che la vita è un dono, non prestito, e se così saprò accettarla, il giorno mi farà felice e della notte sarò un’altra volta l’amante….
NB: Prendo questi 2 righi per ringraziare come sempre il mio amico "Nonno Davide" per il suo aiuto letterario.
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