Ricordo di un evento che ancora oggi fa pensare ed aumenta rabbia nei cuore di tante persone anziane, oggi esiste solo un pallido ricordo con il passare di queste persone, gioventù fate che il ricordo sia sempre in voi e raccontate la storia del Treno "8017" come mi e stata raccontata a me da bambina...
Era una notte di marzo e un fumo acre si
mescolava alla pioggia fine e gelida che durava da giorni.
L’acqua scendeva a rivoli formando un fiume
dalla montagna verso valle.
Maledetta notte del 3 Marzo 1944
(è questa la data della tragedia di Balvano).
Intere famiglie con i loro bambini,
cercavano di tornare alle loro case saltando
su quel treno merci che rallentava
e non riusciva a risalire le colline.
Si arrampicavano su quei vagoni stringendosi
l’un l’altro per far posto al prossimo sfortunato
che in quella notte cercava una vita migliore.
Stipati in quei carri bestiame non ne sentivano
il puzzo ma non c’era posto per tutti.
Fuggivano dalla miseria della città e si
portavano appresso tutto ciò che si poteva
scambiare con cibo per saziare la fame.
“Vai treno, avanti, vai più veloce e lontano”
E’ il pensiero di chi vuole scappare o al più
presto tornare dai cari in attesa.
Lo stomaco grida di fame,
manca quel tozzo di pane che vanno
cercando per i loro vecchi e i loro bambini.
Sempre più vicini si stanno stringendo per
stare più caldi e chiudono gli occhi per
sognare mete ancora lontane.
Il treno arranca su per i monti, rallenta…,
si ferma… forse manca il carbone…
“Mio Dio quando arriveremo? Mica ci faranno
scendere a spingere il treno ora che siamo
quasi alla meta!” Galleria delle Armi …
era lì che il destino attendeva
con la sua maschera di morte. In quella
galleria, in quella bocca scura, nera,
senz’aria e senza vita svanirono i sogni
in un gelido sonno senza risveglio.
In un abbraccio qualcuno restò senza vita,
cadde il bastone di un pastore assopito
e dal fazzoletto dischiuso di una vecchia
signora due arance rotolarono giù dalla
carrozza. Si spense il riso sulla bocca
dello sciocco e il soldato scampato alla
battaglia trovò pace senza gloria.
Invisibili fumi letali aveva
steso col suo mantello, e lì sotto
Signora Morte, nessuno aveva risparmiato.
Oltre cinquecento cadaveri.
All’aperto sulle carrozze di coda in
pochi, mezzo intossicati, si accorsero di
quanto stava accadendo ma nessuno ebbe
la forza o seppe salvare gli altri in
quella bolgia infernale.
I sopravvissuti furono trovati sconvolti
e disorientati con gli occhi pieni di
terrore.A pochi chilometri di distanza,
nella stazione ferroviaria
successiva attendevano un treno che
non sarebbe mai arrivato. Tardava,
passavano le ore, mancavano notizie e
quando giunsero erano tragiche.
L’anima di quelle persone certo era già
in cielo tra nuvole di fumo, dove nulla
poteva ormai far male.
Era gente bisognosa in cerca di speranza.
Chi è rimasto non può però dimenticare.
Nessuno ha pagato per quella strage passata
sotto silenzio. Qualche riga di cronaca,
la cautela dei politici, le dimenticanze dei
sopravvissuta, la fretta di nascondere
quei corpi in fosse comuni…
E ancor oggi qualcuno attende una parola,
la luce dei fatti, un ricordo pietoso.
Qualcuno sta ancora aspettando che
il treno 8017 riparta per uscire dalla
“Galleria della Morte”.
Autore della foto sconosciuto da me.
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